Roma, 24-26 agosto 2022
h. 9.30-17.30
Teatro Ghione, vialle delle Fornaci 37
Diretta integrale bilingue via zoom
Responsabili delle giornate: Jean-Luc Cacciali, Pierre-Christophe Cathelineau, Marc Darmon, Cristiana Fanelli, Janja Jerkov, Cyrille Noirjean, Thatyana Pitavy, Stéphane Thibierge
Grazie alla ricchezza clinica e all’inventività di cui fa prova, il seminario sull’Angoscia è senza dubbio il seminario più apprezzato dagli allievi di Lacan.
Lacan vi affronta il tema dell’angoscia iscrivendola in un quadro d’assieme con l’impedimento, l’imbarazzo ecc.
Un’analisi così fine a partire dalla triade freudiana di Inibizione, Sintomo e Angoscia dimostra che nel suo insegnamento, Lacan non evita di parlare degli affetti e del corpo come invece gli era stato ingiustamente rimproverato.
Il seminario, tenutosi in un periodo segnato da grandi tensioni internazionali e da una minaccia nucleare incombente, non può riecheggiare la nostra, non meno pericolosa, attualità: pandemia, guerra in ucraina… – attualità in cui si chiede a noi analisti di illuminare i moti inconsci operanti sul piano sia individuale che collettivo. Il consumo massivo di ansiolitici dice che l’angoscia è quanto al giorno d’oggi vi sia di più condiviso.
Il seminario propone agli analisti l’invenzione dell’oggetto a in un sovvertimento del legame tradizionalmente stabilito dai filosofi tra soggetto e oggetto della conoscenza. Lacan lo definisce oggetto causa del desiderio e lo pone, non a valle, ma a monte del desiderio. Ne discendono conseguenze logiche che hanno dato vita a formule sintetiche in cui si combinano algebricamente domanda, desiderio, godimento, angoscia: “L’angoscia non è senza oggetto”, “l’angoscia non inganna” e nelle quali si arriva a situare l’amore rispetto al desiderio: “solo l’amore permette all’angoscia di condiscendere al desiderio”.
Parlando della fine-analisi Freud è costretto a fermarsi davanti al limite imposto dall’angoscia di castrazione e dal Penisneid. Lacan tenta di spingersi oltre. Per tutto il seminario si avvarrà dello schema ottico rivisitato topologicamente, all’interno del quale si situa nel collo del vaso il cross-cap introdotto nel seminario precedente sull’Identificazione.
Cercheremo nel nostro lavoro di quest’estate a Roma di reperire i punti salienti del seminario, mostrandone in atto il valore di strumento essenziale ed operante nella clinica contemporanea.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Michela Marino: michela_marino@libero.it