Consigli di lettura
Paola Caròla MONSIEUR GIACOMETTI, VORREI ORDINARLE IL MIO BUSTO Abscondita, 2011 Paola Carola è nata a Napoli nel 1929. A ventiquattro anni si stabilisce a Parigi, dove frequenta l'ambiente intellettuale e artistico, diventando amica di Balthus, di Matta, di Bellmer. Appassionata ammiratrice della scultura di Alberto Giacometti, un giorno del 1958 si presenta alla sua casa per commissionargli il proprio busto. Lo scultore accetta e, aprendole per diversi mesi il suo atelier, farà della giovane donna la modella di uno dei suoi capolavori - le Buste de Paola - e il testimone privilegiato della sua creazione. Ella diviene inoltre intima amica della moglie dell'artista, Annette, e dopo la morte di Alberto, nel 1966, l'aiuta a creare la fondazione a lui consacrata, di cui attualmente è vicepresidente. Monsieur Giacometti, vorrei ordinarle il mio busto è il racconto appassionato e commosso di quell'indimenticabile esperienza. Assistiamo così alla nascita lenta, tormentata, di una delle massime creazioni di Giacometti, e a quella di un'amicizia che segna per sempre la vita della narratrice.
une invitation à lire et relire Duras, encore, avec Lacan.
Un libro illustrato sulle parole impossibili da tradurre. Se i brasiliani hanno una parola per definire la carezza tra i capelli dell’amato, i tedeschi hanno una parola per un groviglio di cavi e una per la piacevole sensazione che si prova stando soli nel bosco. "Mångata" in svedese è "la scia luminosa della luna che si riflette sull’acqua"e il giapponese "komorebi" indica "la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi".
«Forse il più grande libro del XX secolo». Un manufatto che ambisce ad essere opera d'arte totale, una grande opera autobiografica e un grande romanzo familiare animati dalla contestazione della morte e da un amore per la vita senza confini.
«Uno sguardo che tenta di lacerare la pellicola opaca dei gesti degli uomini per carpirne il segreto più intimo: quel segreto che sappia dare senso al tutto insensato che ci circonda e che chiamiamo vivere».
Melman precisa le nuove modalità cliniche prodotte dalla mutazione culturale in atto che, secondo la sua tesi, sta portando a un’organizzazione sociale fondata sul matriarcato e a un cambiamento nel rapporto tra i sessi. Questo mutamento genera dunque nuovi sintomi.
Rigetto del "reale" a favore del "virtuale", banalizzazione della violenza, perdita di legittimità delle figure dell'autorità, espansione delle diverse tossicomanie, attitudini inedite di fronte alla procreazione e alla morte, nuove forme di libertinaggio, difficoltà di una giovinezza senza prospettive, moltiplicazione spettacolare degli stati depressivi.
